Cinque declinazioni di paesaggio e altrettanti consigli di lettura

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PRESENZA

Luoghi e Paesaggi, di Andrea Zanzotto (Bompiani, 2016)

[…] il paesaggio è abitato non da uno soltanto, ma da innumerevoli cervelli ambulanti, da mille specchi diversi ma contigui che lo creano e che, a loro volta, da esso sono creati di continuo: il paesaggio diviene pertanto qualcosa di “biologale”, una certa qual trascendente unità cui puntano miriadi di raggi, di tentativi di auto-definizione, di notificazioni di presenza.

Quando visibile e invisibile si compenetrano in uno sguardo condiviso, la visione del singolo si carica delle tracce della memoria altrui. Il paesaggio si fa così esperienza, diventando elemento di identità.

PUNTO CIECO

Conversazione in Sicilia, di Elio Vittorini (Bompiani, 2021)

Ceneri fredde avvolgevano, nel ghiaccio dei monti, la Sicilia, e il sole non si era levato, non si sarebbe più levato. Era notte senza la calma della notte, senza sonno; per l’aria volavano corvi; dai tetti, dagli orti partiva ogni tanto uno sparo.

I luoghi sprigionano una forza propria, a cui nessuno può sottrarsi davvero, nemmeno quando vengono abbandonati. Vivacità o indifferenza, persino violenza: la tensione tra l’origine e la destinazione si rapprende, talora, in un buio fatto di sola percezione. Un’oscurità eloquente: è il paesaggio della fuga.

ACQUE

Alla baia, in Tutti i racconti, di Katherine Mansfield (Adelphi, 2011)

Ah-aah! faceva il mare assonnato. E dai cespugli veniva il rumore dei ruscelletti che scorrevano rapidi e leggeri, scivolando tra le pietre lisce, inondando le conche di felci e uscendone di nuovo; si sentivano i goccioloni che si spiaccicavano sulle foglie larghe, e qualcos’altro – che cos’era? – un lieve agitarsi e scuotere, lo schiocco di un ramoscello che si spezza e poi un silenzio tale da credere che qualcuno ascoltasse.

Capita poi di ritrovarsi a camminare nel primo mattino d’estate su una spiaggia deserta, cercando una voce perduta, in un silenzio rotto solo dal battere delle onde, regolare. E quando l’ascolto si fa assoluto lo spazio tra il corpo e il paesaggio pare assottigliarsi fino a diventare infinitamente piccolo. Ma no, non si annulla mai del tutto.

VEGGENZA

Il Consiglio d’Egitto, di Leonardo Sciascia (Adelphi, 1989)

Poi, nella sera, le chitarre si accendevano come grilli, mentre dal porto giungeva il canto dei marinai siciliani, greci, catalani, genovesi: essenza della lontananza, della nostalgia. Di quei marinai che nei loro racconti di ubriachi aprivano il mondo come un ventaglio: e gli avevano rivelato la vasta e varia avventura che i luoghi offrono all’uomo anche il più miserabile, e che nello svariare dei luoghi è per il miserabile l’unica possibilità di cogliere le gioie della vita.

Navigare lo spazio delle possibilità, abitare un tempo passato, disegnare scenari utopici, migrare in dimensioni fantastiche: mai sottovalutare il potere evocativo dei paesaggi che prendono vita nella mente sotto l’effetto dell’affabulazione. Fosse solo per dire, quando ci si riaffaccia alla realtà: “Qui sono già stato, una volta”.  

SPAESAMENTO

Bisogno di guida, in Tutte le poesie, di Giorgio Caproni (Garzanti, 2021)

     M’ero perso. Annaspavo.
Cercavo uno sfogo.
Chiesi a uno. «Non sono,»
mi rispose, «del luogo.»

Perdere i riferimenti e deambulare alla deriva in uno stato di ipnosi diventano modi per entrare in contatto con la parte inconscia degli spazi attraversati, o forse, di noi stessi.

In sottofondo, In the dark places, di PJ Harvey.

Autore

Carmela Fabbricatore
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Carmela Fabbricatore si occupa di letteratura e progettazione culturale. Ha frequentato il percorso di editoria di minimumlab e collabora come lettrice con il Premio Calvino. Scribacchia delle sue letture su @quilldriver.ink.